I Romani risentirono dei costumi del mondo Greco, Indiano, Persiano, Etrusco e Egiziano.
Possiamo definire la cultura Romana un mix di culture con il risultato di una società patriarcale molto tollerante, soprattutto nel concetto di libertà.
Con l’avvento dell’impero Romano anche la vita sessuale assunse un concetto di estrema libertà, dove la prostituzione era molto diffusa e tollerata.
“A Roma erano presenti oltre 30.000 prostitute.”
C’erano prostitute sacre, le vergini vestali e le sacerdotesse di Caligola, quest’ultimo per aumentare i gettiti delle entrate fiscali faceva versare dalle prostitute una cifra corrispondente al guadagno di un incontro sessuale giornaliero.
Era uso comune per un abitante dell’antica Roma frequentare il “lupanare” luogo, dove consumare un piacevole incontro sessuale a pagamento.
Le tessere erotiche
Erano dischi di bronzo chiamati anche “Spintriae” (deriva dal greco e significa scintilla) in cui erano raffigurate scene esplicite di sesso. Sono molto rare tanto che nel rinascimento venivano esposte nelle collezioni di potenti famiglie italiane.
Le Spintriae sembrano siano direttamente collegate ai bordelli, volute dall’imperatore Tiberio che non desiderava che si pagasse con soldi che raffiguravano l’imperatore o effigi divine.
Nascono così questi dischi o tessere erotiche che indicavano su una faccia la specialità sessuale richiesta e dietro il prezzo corrispondere alla ragazza o ragazzo.
Nei bordelli romani erano esposte le diverse tipologie di prestazioni e il prezzario. In alcuni bordelli più rinomati si svolgevano anche spettacoli.
Esistono anche altre ipotesi che aleggiano sull’utilizzo delle Spintriae, alcuni affermano che appartenessero ad un gioco erotico del tipo strip poker.
Indipendentemente da questo è chiaro che le Spintriae ci danno molte informazioni su come veniva vissuto il sesso nell’antica Roma.
“Nonostante la distanza temporale che ci allontana dai nostri predecessori, sembra che loro fossero molto più moderni, liberi e tolleranti nonché privi di pregiudizi rispetto alla nostra che definiamo civiltà moderna.”
I valori del sesso nell’antica Roma
Nell’antica Roma c’erano valori completamente diversi da quelli che viviamo oggi. Per esempio negli eserciti i rapporti omosessuali servivano a tenere alto l’umore delle truppe.
Questo ci porta al concetto di libertà del sesso che si viveva a Roma.
“Il sesso era una dimostrazione di potere, il matrimonio era una facciata o politica o per procreare, la donna non importava se godeva, l’uomo era spinto solo dal suo esclusivo piacere tanto che la pratica del cunnilìnguo non veniva esercitata per questioni l’onore.”
Nell’antica Roma il sesso era un concetto legato alle persone con cui si faceva, non del come si faceva … infatti erano tollerati i rapporti con schiavi o discepoli, diversamente non era tollerata la pratica passiva che spettava alle donne, o a ragazzini e uomini di rango inferiore.
I vibratori nell’antica Roma
L’olisbos (in greco infilarsi) era un fallo di legno di circa 15 centimetri foderato di cuoio imbottito. Per la lubrificazione veniva usato l’olio di oliva.
L’importanza del sesso a Roma
Subito dopo la fondazione di Roma (nel 753 a.C.) il sesso aveva un’importanza politica e storica, tanto da essere legato allo sviluppo costituzionale per lo Stato romano.
Il sesso per la maggior parte dei romani era appagante, ma era anche un dovere, più gratificante per gli uomini, più dovere per le loro donne.
“Il romano doveva mostrare la sua abilità sessuale e la sua virilità, mentre le donne erano obbligate a sottomettersi.”
Infatti le donne che si sposavano non potevano attendersi piacere o divertimento, dovevano solo procreare.
Le moglie dovevano essere silenziose, sottomesse e compiacenti e tollerare l’infedeltà del marito, mentre l’uomo poteva fare il donnaiolo.
I limiti imposti erano che la donna o amante non doveva esser sposata, avere bambini, o una certa età.
Essere soggetti passivi era un compito delle donne, gli uomini dovevano sottomettere, il rapporto sessuale tra persone dello stesso sesso era considerato un bene per l’uomo, ma condannato tra donne.
Le imperatrici e il sesso
Messalina, moglie di Claudio era la regina delle prostitute imperiali, sfidò una veterana prostituta a una maratona sessuale di 24 ore, vinse con totale di 25 uomini, uno ogni ora.
L’imperatrice Teodora moglie di Giustiniano lavorò in un bordello di Costantinopoli e successivamente fu eretta a santità virtuale.